Immunoterapia oncologica: elevata efficacia di Pembrolizumab in prima linea nel tumore al rene

Congresso ASCO – Carcinoma renale a cellule chiare: il tasso di risposta globale è stato pari al 38.2% con Pembrolizumab in monoterapia in prima linea

I risultati di una analisi ad interim dalla Coorte A dello studio di fase II KEYNOTE-427 su 110 pazienti, che ha valutato Pembrolizumab ( Keytruda ), un inibitore del checkpoint immunitario PD-1, nel trattamento di prima linea del carcinoma renale a cellule chiare ( RCC ) metastatico hanno mostrato un tasso di risposta globale ( ORR ) del 38.2% nei pazienti che hanno ricevuto Pembrolizumab in monoterapia.

In una analisi esplorativa prespecificata di sottogruppo, basata sullo stato di PD-L1, la risposta globale era pari al 50% nei pazienti i cui tumori esprimevano PD-L1 ( CPS maggiore o uguale a 1 ).

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Cancro al rene – Novità terapeutica: Lenvatinib

American Association for Cancer Research: terapia di combinazione e i possibili meccanismi di azione di Lenvatinib in associazione con Everolimus

Eisai sta attualmente conducendo alcuni studi clinici su Lenvima ( Lenvatinib ) in diverse forme di tumore, tra cui carcinoma epatocellulare ( Fase III ), carcinoma a cellule renali ( Fase II ), carcinoma polmonare non a piccole cellule ( Fase II ) e carcinoma endometriale ( Fase II ).

Lenvatinib è indicato negli adulti per il trattamento del carcinoma differenziato della tiroide ( DTC ) ( papillare/follicolare/a cellule di Hürthle ) progressivo, localmente avanzato o metastatico, refrattario allo iodio radioattivo ( RAI ).

Lenvatinib è stato approvato per il trattamento del carcinoma refrattario della tiroide negli Stati Uniti, in Svizzera, in Europa, nella Corea del Sud e in Giappone e la domanda di autorizzazione all’immissione in commercio è stata presentata in Canada, a Singapore, in Russia, in Australia e in Brasile.

Lenvima ha ricevuto la designazione di farmaco orfano in Giappone per il carcinoma della tiroide, negli Stati Uniti per il trattamento del carcinoma papillare della tiroide di tipo follicolare, medullare, anaplastico, metastatico o localmente avanzato e in Europa per il carcinoma della tiroide follicolare e papillare.

Gli inibitori delle chinasi sono classificati in tipi diversi ( dal tipo I al tipo V ) in funzione del sito di legame e della conformazione della chinasi bersaglio con cui formano il complesso. La maggior parte degli inibitori delle tirosin chinasi attualmente approvati è di tipo I o II, tuttavia, secondo l’analisi strutturale dei cristalli ai raggi X, Lenvatinib ha mostrato di possedere una nuova modalità di legame di tipo V dell’inibizione delle chinasi, diversa da quella dei composti esistenti. Inoltre, è stato confermato mediante un’analisi cinetica che Lenvatinib induce un’inibizione rapida e potente dell’attività chinasica ed è stato suggerito che ciò potrebbe essere attribuibile alla sua modalità di legame innovativa

Everolimus è un trattamento raccomandato dalle linee guida della National Comprehensive Cancer Network come terapia di seconda linea per il carcinoma a cellule renali non resecabile, in stadio avanzato o metastatico.

È un tipo di trattamento chiamato inibitore della trasduzione del segnale. Gli inibitori della trasduzione del segnale arrestano alcuni dei segnali endocellulari che inducono la crescita e la suddivisione cellulari. Everolimus impedisce il corretto funzionamento di una particolare proteina chiamata mTOR che controlla altre proteine che innescano la crescita delle cellule tumorali. Quindi Everolimus contribuisce ad arrestare la crescita del tumore o potrebbe rallentarla.

Il carcinoma a cellule renali ha origine nel rivestimento del tubulo contorto prossimale, ovvero i tubicini dei reni che filtrano il sangue ed eliminano i prodotti di scarto. Gli unici tumori del rene che non sono inclusi nella definizione di carcinoma a cellule renali sono i tumori della pelvi renale e degli ureteri.

Il trattamento standard per il carcinoma a cellule renali metastatico o avanzato è la terapia farmacologica target molecolare che è sviluppata per interferire con le cellule specifiche necessarie per la crescita e la progressione del tumore. Ciononostante, rimane una malattia per cui i pazienti hanno pochissime opzioni di trattamento.

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